Potrebbe essere tranquillamente considerato il nonno di internet come lo conosciamo oggi. User generated content? Blog? Facebook? Instagram? WordPress? Rapidshare o megaupload? Era tutto questo e molto di più. Non solo aveva introdotto per primo un capiente raccoglitore di contenuti ma anche il modello di business che oggi conosciamo su internet: gratuito per tutti.  Chiunque aveva a disposizione un indirizzo internet e un’infinità di pagine bianche da riempire, senza censura e senza tracciamento di Big data.

Non che fosse facile: per fare una bella pagina servivano sia competenze tecniche che di design per l’impaginazione grafica e non da ultimo i contenuti: doti che difficilmente si possono riscontrare contemporaneamente nella stessa persona.

Per questo motivo Geocities era popolato da milioni di pagine poco omogenee tra loro, spesso brutte da vedere. Era il vero sito Giargianese, con enormi potenzialità ma che stentava a decollare. Era il web 1.0 , ad uso esclusivo di nerd e programmatori e il milanese imbruttito non sapeva ancora cosa fosse internet.

Il 28 gennaio 1999 Geocities è stato acquisito da Yahoo! : era il terzo sito web più visitato al mondo. Dieci anni dopo l’annuncio della chiusura del servizio programmata il 27 ottobre 2009.  Yahoo non era stata in grado di far funzionare adeguatamente il meccanismo di copertura dei costi con gli incassi relativi alla pubblicità.

Da anni infatti Geocities aveva introdotto banner pubblicitari all’interno delle pagine in hosting. Un meccanismo che si è rivelato fondamentale per il successo di colossi come Google e Facebook e non ha funzionato per invece Yahoo!.

38 Milioni di pagine web sono state cancellate per sempre da internet.

O quasi.

Rimane infatti il prezioso lavoro dei motori di ricerca storici come wayback machine che consente di avere la copia di un sito in un determinato momento.

Altri player hanno fiutato l’affare e hanno cercato di indicizzare e replicare tutti i contenuti presenti al momento dello spegnimento sulla piattaforma.  OOcities.org , Reocities.com , Deletedcity.net, lchr.org ma anche torrent da 641 GB fanno da cimitero virtuale ad una moltitudine di contenuti che non possono più essere modificati, aggiornati, integrati, cancellati.

Chi aveva delle pagine su Geocities probabilmente le può trovare ancora su qualche sito mirror senza aver più la possibilità di modificare o cancellare nulla.

Un geroglifico moderno che sta superando le barriere del tempo.

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