I Am Mother è un film post apocalittico di produzione australiana del 2019 diretto da Grant Sputore.

Le scene di apertura sono abbastanza crude: fa venire la pelle d’oca il solo pensiero che una bambina possa venire cresciuta da una madre robot senza altri contatti umani.

La bambina, ormai cresciuta, conosce una donna che le apre gli occhi e sulla realtà: lei è frutto di un esperimento genetico previsto dopo la distruzione volontaria del genere umano effettuata da una intelligenza artificiale.

Lo scopo ultimo è quello di fondare una nuova colonia umana migliore di quella preesistente.

Il racconto non è affatto nuovo: già nella bibbia infatti, con il diluvio universale, il creatore si pone l’obiettivo della pulizia etnica. In questo film non c’è bisogno di Noè: la capacità riproduttiva è assicurata da migliaia di embrioni conservati prima dell’estinzione.N

ella stazione spaziale inoltre non vengono salvati gli animali.

In questa rivisitazione la grande differenza è che l’intelligenza artificiale accetta di essere eliminata quando ha compiuto la sua missione.

In questo scenario si salverebbe il Milanese imbruttito?

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