Il Barone Rampante, sublime romanzo di Italo Calvino, viene erroneamente identificato come un romanzo per ragazzi. Si tratta davvero di una storiella romantica che racconta di un giovane bizzarro che decide di vivere sugli alberi??

In realtà il racconto cela un complesso costrutto metaforico tessuto tra le pieghe della storia d’Italia che difficilmente può essere compreso da un adolescente. 

Tutto il libro si basa sulla contrapposizione di due mondi molto diversi. La realtà contrapposta ad un mondo chiuso tra le sue mura, solide e impenetrabili che rendono impossibile l’accesso alla verità. Un mondo fatto di finzioni, titoli nobiliari, formalità, etichette, parrucche e paramenti.

Cosimo, il barone rampante, decidere di fuggire da questa trappola rinunciando a tutti i benefici  dati dal suo status nobiliare ed entra nel mondo reale. Fatto di freddo, pioggia e scomodi ripari per la notte. Un perfetto interprete del trascendentalismo nord-americano: il suo percorso ricorda quello della vita del giovane Christopher narrata da Jon Krakauer in “Into the wild”.

Dall’alto degli alberi conosce il mondo che lo circonda, dapprima i suoi vicini di casa, poi i furfanti, i pirati, i commercianti. Partecipa attivamente alla vita sociale diventando un paladino che ridistribuisce la ricchezza, sconfigge i pirati, caccia i lupi ed aiuta gli eserciti ad affrontare le guerre.

Tutto il romando è narrato tramite la voce del fratello che fa da ponte , mediatore tra due mondi diversi e opposti. Calvino con questo stratagemma spersonalizza le gesta del Barone, evitando di affrontare direttamente i sui pensieri e le motivazioni più intime.Viene lasciata al lettore la facoltà di interpretare liberamente l’ostinazione del Barone. Ostinazione che rimane incomprensibile: lo stare sugli alberi gli porta diversi benefici. Dapprima il perdono da parte della propria famiglia, poi l’incontro con Viola Sofonisba Sinforosa e l’invito a casa dei nobili vicini. Poi l’amore di Ursula e l’invito a corte della famiglia nobile spagnola. Nonostante il raggiungimento di numerosi obiettivi Cosimo tiene fede al proposito di rimanere sugli alberi senza alcun apparente motivazione.

Anche la conclusione è degna di tutto il racconto: la dignità di Cosimo lo induce a mantenere fede al proposito sino alla fine. Piuttosto che venire sepolto sottoterra spicca un salto e vola via con una mongolfiera. Un’eutanasia perfetta che evita al Barone la miseria di dover scendere dal suo mondo per trascorrere il resto dei suoi giorni moribondo in un letto.

Questa contrapposizione ben si applica a quella tra Imbruttito e Giargianese: il primo che vive nel suo mondo fatto di consuetudini e modi di dire e il secondo senza alcuno schema dettato dalle convenzioni.

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