C’era una volta la colazione all’italiana, con cappuccino e brioche (o croissant o cornetto, a seconda di impasto e lavorazione). I bar venivano riforniti di profumate paste provenienti da panettieri e pasticceri che lavoravano la notte. Passare davanti ad uno di questi forni era un’esperienza mistica:il profumo attirava capannelli di golosi che chiedevano di gustare in anteprima il pregiato prodotto appena sfornato. Spesso i fornai accontentavano le richieste degli affamati nottambuli organizzando vendite sottobanco.
Il problema più grosso per i baristi era quello di stimare la quantità di sfornati che i clienti avrebbero consumato. E per evitare di rimanere con invenduti deperibili i baristi ordinavano sempre meno di quanto richiesto. Per gli amanti della colazione al bar il rischio maggiore era quello di rimanere senza brioche. Alcuni baristi proponevano orrende soluzioni confezionate: brioche industriali in buste di plastica con una vita su scaffale di mesi.
Per risolvere questi problemi di scarsità , a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 del secolo scorso si iniziarono a distribuire prodotti congelati da lievitare e cuocere al bar e poi addirittura congelati pre-lievitati,da mettere direttamente in forno.
Queste innovazioni erano destinate a rivoluzionare in maniere permanente la catena di distribuzione delle colazioni italiane. Con l’introduzione di processi industriali per la preparazione dei cornetti ad un certo punto arrivò anche la sostituzione degli ingredienti originali con altri di provenienza industriale.
Il burro veniva rimpiazzato da margarine e oli vegetali più o meno idrogenati, la marmellata diventava un mix di zucchero ed aromi e la brioche si arricchiva di numerosi elementi chimici per migliorare la cottura, conservazione, sapore e colore.
Quando oggi andiamo al bar e prendiamo un cornetto appena sfornato, invece di gustare un prelibato mix di farina, zucchero e burro sapientemente assemblati e cotti da mani esperte stiamo in realtà assaporando un mostro fatto dai seguenti 28 ingredienti:
- Farina di frumento (forse l’unico elemento invariato ma in ogni caso altamente raffinato)
- Margarina vegetale (oli vegetali (palma, colza))
- Acqua
- Emulsionanti E471, E322
- Sale
- Acidificante E330
- Aromi
- Farcitura all’albicocca 9%
- zucchero
- purea all’albicocca 40%
- sciroppo di glucosio – fruttosio
- Gelificante E440
- Acidificante E330
- Succo di limone concentrato
- Aromi
- Tuorlo d’uovo
- Zucchero
- Lievito
- Glutine
- Sale
- Aromi
- Olio di semi di girasole
- Emulsionante E472e
- Emulsionante E473
- Addensanti E412
- Addensanti E415
- Farina di frumento maltato
- Agente di trattamento delle farine E300
- Agente di trattamento delle farine E920
Il risultato, per i palati più raffinati, è tremendo. La distribuzione geografica di questo fenomeno orbita intorno al capoluogo lombardo, rendendo il Milanese Imbruttito il miglior destinatario di tale obbrobrio.
