Apericena: una parola che fa gelare il sangue nelle vene. Decine di persone accalcate davanti ad un mega buffet di cibi avanzati ammucchiati alla rinfusa.

Il regno della pasta fredda e della polpetta fatta con gli scarti, il tutto lasciato per ore a temperatura ambiente per favorire lo sviluppo di tutti i tipi di batteri, alla faccia delle norme HACCP sulla conservazione degli alimenti. L’accesso a questi alimenti è libero, e tutti posso attingervi con le proprie mani, pulite e non.

Come si è arrivati a tale degrado?

C’era una volta l’happy hour, uno strumento creato per attirare clienti nei locali negli orari a bassa affluenza. Il prezzo degli alcolici era scontato e gli studenti approfittavano della ghiotta occasione. Il tutto accompagnato da qualche nocciolina e patatine. Spesso gli avventori, tra una bevuta e l’altra, si trovavano a tirar tardi, rendendosi conto che si era fatta notte fonda. Si finiva con una spaghettata a mezzanotte o a letto sbronzi senza cena.

I sapienti baristi, facendo il conto dell’elevato numero di consumazioni alcoliche pro-capite, hanno iniziato a fiutare il business e, per disincentivare il consumatore a lasciare il posto per trovarsi un ristorante, hanno integrato i salatini con altri cibi. Focacce, pizzette, sandwich che erano avanzati dal pranzo venivano tagliuzzati e trasformati in finger food per gli avventori brilli della sera.

I gestori dei locali si sono resi conto che questa operazione premiava sia in termini di incremento della permanenza del cliente abituale che in termini di maggiorata affluenza, tanto da indurli ad eliminare lo sconto da happy hour.

In breve l’happy hour si è trasformata radicalmente: dallo sconto sulle consumazioni si è passato ad una maggiorazione, giustificata dall’abbondanza di cibo offerto in abbinamento.

Anche il target si è notevolmente allargato: dallo studente squattrinato si è passati al Milanese Imbruttito. Quest’ultimo soggetto infatti ha ritenuto  da sempre sconveniente lasciare il posto di lavoro prima delle 20.00: anche se ha già finito di lavorare deve recitare la parte del lavoratore incallito super-impegnato e agli amici non dà mai appuntamento in prima serata.

Ritiene anche che andare a cena alle 20.00 sia troppo presto e per questo motivo passa sempre dall’aperitivo, trovandosi in mezzo alla bolgia dell’apericena. Perché anche il Milanese imbruttito viene intrappolato da questi gironi infernali?

Innanzitutto per una ragione squisitamente economica. Tutto sommato il Milanese Imbruttito medio non è così impegnato come vuol far credere e non guadagna quanto vorrebbe dimostrare. E quando prenota un ristorante la scelta è motivata esclusivamente da criteri modaioli. Non il ristorante con i cibo migliore ma quello più di tendenza. Che solitamente coincide anche con il più costoso. Non si può permettere però di cenare tutte le sere da Nobu: ecco perché spesso, accanto a studenti squattrinati e homeless in cerca di un pasto gratis vediamo il Milanese imbruttito fare la fila davanti ad un piatto di pasta fredda.

Il Giargianese intanto si gusta il suo aperitivo in riva al mare o la cena in una trattoria di provincia.

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